martedì 24 novembre 2009

Morandi


Chi è GIORGIO MORANDI

La formazione

Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio 1890. E' il primo di cinque figli. Il ragazzo dimostra una precoce predisposizione artistica ed è incoraggiato e supportato dalla famiglia. Nel 1907 il giovane s'iscrive all'Accademia di Belle Arti. Fra i suoi compagni di corso sono Osvaldo Licini e Severo Pozzati, che risultano suoi compagni già nel 1909-1910. Nel 1910 muore il padre e Morandi, che non ha neanche 20 anni, diventa capofamiglia.
Fino al 1911 il suo iter scolastico è eccellente, gli ultimi due anni sono segnati, invece da contrasti con i professori dovuti ai mutati interessi di Morandi che ha già individuato un proprio, autonomo linguaggio, come si può riscontrare nel Paesaggio del 1911e nel Ritratto della sorella del 1912-1913.
Noti sono i riferimenti artistici che il giovane individua e che segnano la sua formazione: da Cézanne a Henri Rousseau; da Picasso a André Derain. Parallelo è l'interesse che Morandi sviluppa per la grande arte italiana del passato: nel 1910 egli si reca a Firenze, dove può ammirare i capolavori di Giotto, Masaccio e Paolo Uccello nelle chiese e agli Uffizi.
Nel 1912 incide per la prima volta un'acquaforte Ponte sul Savena della quale Lamberto Vitali sottolinea l'impostazione cézanniana.

Nell'estate del 1913 la famiglia Morandi si reca per la prima volta in villeggiatura a Grizzana, dove il giovane realizza i suoi primi Paesaggi .

Il periodo futurista
Si interessa alla poetica futurista (19136/14) e grazie all’amicizia con Osvaldo Licini e Giacomo Vespignani Morandi entra in contatto con Marinetti, Boccioni e Russolo.

Il 1914 è considerato anno chiave per Morandi: è l’anno in cui inizia a dipingere le sue Nature morte e quello in cui inizia a esporre: il 21 e 22 marzo si tiene all'Hotel Baglioni di Bologna una mostra a cinque, in cui figurano, a fianco di Morandi, Osvaldo Licini, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati. L'iniziativa fa discutere perché viene vista come mostra “secessionista” o come atto di matrice futurista. Una Natura morta ed un disegno di Morandi sono dopo pochi giorni ripresentati alla Prima Esposizione Libera Futurista che si apre il 13 aprile alla Galleria Sprovieri di Roma. Morandi è invitato anche alla Seconda Secessione Romana, dove presenta il Paesaggio di neve del 1913, mentre il gruppo futurista ne viene programmaticamente escluso.

La I guerra mondiale
Inizia la carriera scolastica insegnando disegno nelle scuole elementari, incarico che manterrà fino al 1929. Nel 1915 viene chiamato alle armi, ma si ammala gravemente e viene, dopo un ricoverato nel locale ospedale militare, rimandato a casa e riformato. L’esperienza della guerra, di tutti quei giovani mandati a morire, lo consuma lentamente; la sorella Maria Teresa, allora undicenne, ricorda “la sua alta figura magrissima, quasi scheletrica, con il volto scavato; non riusciva più né a mangiare né a dormire”.

Non riesce quasi a lavorare. Poi torna a dipingere, ma di questi anni restano poche opere perché – come ricorda Lamberto Vitali – “molte ne distrugge”. Dopo le Bagnanti , i Paesaggi e le Nature morte del 1915-1916, durante l'inverno del 1917 si ammala di nuovo. Di quest'anno restano con qualche certezza soltanto i Fiori di collezione privata milanese e un Paesaggio estivi di ritmo disteso.

Il periodo metafisico ed il Novecento
Nel 1918/19 si avvicina all’arte metafisica, ma porta avanti la propria ricerca con autonomia.

Il 18 marzo 1918 il primo articolo monografico su Morandi, a firma di Riccardo Bacchelli, appare sul quotidiano romano “Il Tempo”.

Alla fine del 1918 conosce Mario Broglio che offre a Morandi un contratto per le sue opere, contratto stipulato il 26 dicembre del 1919, in essere fino al 1924.
Nella mostra di Firenze del 1922, la sua opera viene presentata in catalogo da un testo di De Chirico:“ Egli partecipa in tal modo del grande lirismo creato dall'ultima profonda arte europea: la metafisica degli oggetti più comuni”. Degli anni 1922-1925 è una serie di Paesaggi luminosi che, come ricorda Vitali, “non sarebbero comprensibili senza l'esempio di Corot e non soltanto per le sue soluzioni rigorosamente tonali”.

Morandi è presente alle due mostre del Novecento italiano alla Permanente di Milano del 1926 e nel 1929 e, pur non partecipando attivamente alle vicende del gruppo di Margherita Sarfatti, invia sue opere in diverse rassegne.

L'artista si avvicina al gruppo degli intellettuali de “Il Selvaggio”, rivista fondata e diretta da Mino Maccari a partire dal 1924; con loro si presenta alla Prima Esposizione Internazionale dell'Incisione Moderna che si tiene a Firenze nel 1927. Maccari gli dedica un lungo articolo in “Il Resto del Carlino”, in data 8 giugno 1927, mettendo in risalto l'“italianità” e la “genuinità” dell'arte morandiana”, così come farà Leo Longanesi l'anno successivo in “L'Italiano”, definendo Morandi “il più bel esemplare di Strapaese”. La consacrazione su questa via verrà quattro anni dopo quando un interno numero de “L'Italiano”, in data 10 marzo 1932, sarà dedicato interamente a Morandi con un testo critico di Ardengo Soffici.

Dopo aver insegnato per molti anni nelle scuole comunali di disegno, nel febbraio del 1930 ottiene “per chiara fama” e “ senza concorso” la cattedra di incisione presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, ove insegnerà fino al 1 ottobre 1956, quando, su sua specifica richiesta, viene collocato a riposo dopo più di ventisei anni di insegnamento.

L'artista bolognese espone più volte alla Biennale di Venezia e all'estero: 1929 Premio Carnegie di Pittsburgh (poi 1930, 1933 e 1936 e altre tre volte nel secondo dopoguerra); 1931 Settimana Italiana di Atene; 1933 presso il Kunstlerhaus di Vienna, rassegna “ Moderne Italienische Kunst”; 1934 Mostra d'Arte Italiana organizzata dalla Biennale di Venezia negli Stati Uniti; 1935 mostra d'arte italiana contemporanea al Jeu de Paume di Parigi; 1937 Esposizione Universale di Parigi; 1937 mostra organizzata dalla Biennale di Venezia a Berlino; 1938 rassegna alla Kunsthalle di Berna; 1939 “Golden Gate Exhibition a San Francisco; 1940 mostra d'arte italiana a Zurigo.

Ancora più rilevante della sua presenza alle Biennali veneziane, è quella alle Quadriennali romane: nel 1931 e nel 1935 Morandi fa parte della commissione di accettazione ed è presente anche come espositore con poche opere significative ( Natura morta con la fruttiera del 1931).

La II guerra mondiale
Il “caso Morandi” esplode nel 1939, alla terza edizione della mostra romana: Morandi ha un'intera sala personale con 42 oli, 2 disegni e 12 acqueforti e ottiene il secondo premio per la pittura, alle spalle del più giovane Bruno Saetti.

Si scatenano le polemiche sia sull'attribuzione del primo premio, sia sul valore intrinseco della sala morandiana. Morandi continua a lavorare nello studio di via Fondazza e durante le estati a Grizzana.
Dopo lo scoppio della guerra l'artista, nel giugno del 1943, si ritira sfollato nel paese appenninico, ove dipinge i Paesaggi e le Nature morte del 1942-1943. Ma l’angoscia che lo aveva colpito negli anni della prima guerra mondiale ritorna, si ammala.

Nella primavera del 1945 Roberto Longhi presenta alla Galleria del Fiore di Firenze una personale dell'amico; mentre si riaccendono le polemiche sull' “impegno”, il primo premio per la pittura della Biennale di Venezia è assegnato a Morandi. Nello stesso anno, Carlo Alberto Petrucci allestisce alla Calcografia Nazionale di Roma una sua rassegna antologica di acqueforti.

Il dopoguerra
Morandi gode del favore dei più esclusivi ambienti internazionali e alcune sue opere vengono ospitate in prestigiose rassegne nel Nord Europa e negli Stati Uniti.

A consacrazione di tale stima critica, giunge nel 1957 il primo premio per la pittura conferitogli alla quarta Biennale di San Paolo del Brasile, dove nel 1953 aveva ottenuto il primo premio per l'incisione.

E' d'altronde sufficiente scorrere l'elenco delle esposizioni all'estero per rendersi conto di quanto sia considerata l'opera del maestro bolognese, con mostre personali di rilievo al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1949 (grafica), al Gemeentemuseum dell'Aja e alle New Burlington Galleries di Londra nel 1954, al Kunstmuseum di Winterthur nel 1956, alla World House Gallery di New York nel 1957 e nel 1960, a Siegen nel 1962 dove gli viene assegnato il Premio Rubens, al Badischer Kunstverein di Karlsruhe nel 1964.

Dopo circa un anno di malattia, Giorgio Morandi si spegne a Bologna il 18 giugno del 1964.

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