mercoledì 25 novembre 2009

“…cielo vasto di solitudine senza approdi…”



La prima volta che ho guardato questo quadro sono rimasta indifferente, poi ho letto le parole di Brandi....

“…una piccola tela, nella quale il pittore, ventunenne appena, fermava in pochi segni densi, raggrumati, la visione, non idillica, non accogliente, di un paese, la cui linea d'orizzonte, improvvisamente tumefatta, come un'onda che sta per frangersi, sbatteva contro un cielo vasto di solitudine senza approdi, mentre pochi arbusti, quatti e butterati presso capanne cieche, consegnavano una stessa accorata, irraggiungibile lontananza…”

“A guardare quel primo fatidico paesaggino del 1911, ancora si resta colpiti dalla sua pregnanza e dalla sua mancanza di codice. Contiene infatti, come un embrione, tutte le componenti strutturali della pittura successiva di Morandi, ma pressocchè inespresse, appunto perché Morandi non disponeva ancora di un codice in cui esprimerle. C’è la risoluzione dell’oggetto in masse semplici, la riduzione del colore quasi al monocromo, il filtraggio d’una luce che si diffonde senza annullare la sorgente…”

...ho riguardato il quadro e ne sono rimasta rapita!

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