martedì 8 dicembre 2009

"...e andando nel sole che abbaglia..."


Nel 1943 Morandi lascia Bologna, ormai divenuta troppo pericolosa, e si trasferisce a Grizzana. La guerra è , però, un evento impossibile da ignorare. Morandi dipinge dei paesaggi, paesaggi

"ridotti alle strutture elementari, ma percorsi da un respiro infinito"(Leymarie, 1970).

L'artista si sofferma sugli elementi naturali, l'uomo è il grande assente....vi è solo silenzio sgomento.

Mi torna in mente una poesia scritta anni prima da Montale (1916, poi edita nel 1925, raccolta Ossi di Seppia)

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


Arcangeli parla "di solitudine estrema e mortalmente serena"; Ragghianti del "il respiro di un tempo epico" e Roberto Tassi afferma che "si svolge in quegli anni forse la più solenne e commovente meditazione sulla natura che l'arte europea del nostro secolo abbia conosciuto".

Nessun commento:

Posta un commento